Radici

01/03/2012

La FIOM negli anni ’70 non fu solo un sindacato, ma un processo enorme di coscientizzazione attraverso un atto di insubordinazione verso il potere padronale. Propio così: potere padronale. I ‘guardioni’, con divisa e gradi, passavano fin nei bagni a vedere che gli operai facessroe solo la pipì e nulla più. La pausa era, nel ’69, una parolaccia e si lavorava 48 ore, incluso il sabato. Tante delle caratteristiche del mondo esterno, così come noi siamo abituati oggi a conoscerlo e anche a contestarlo, vennero strappate da quei lavoratori alla dirigenza, all’interno dell’azienda. Poi ne uscirono, e diventarono diritti per tutte e tutti.

Ascolteremo e commenteremo storie di lotta, raccontate dalla viva voce di due fra i rappresentanti più significativi di quelle battaglie, in una Torino a noi lontana, a tratti remota, eppure tanto attuale: pensate che il referente degli operai FIAT per il PCI, uno dei compagni più stimati e rappresentativi delle istanze di lotta e di rivendicazione, si chiamava Piero Fassino. Sì…il compagno Fassino. Mah…..

Ne sentiremo delle belle, come si dice, nel quadro storico del passaggio dall’autunno caldo del ’69 alla marcia dei 40.000 dell’ottobre 1980. Un pezzo grande della storia di questo Paese, intensa, epica e anche dolorosissima, rinchiusa fra due autunni. La rievocheremo insieme a chi c’era, ed ancora c’è, più vivo e più attivo di altri.

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